Sindrome del piriforme e tendinopatia dell’anca

Come abbiamo già visto nell’articolo pubblicato su Fisiofit Piacenza, sulla sindrome del piriforme quando si tratta di questa zona c’è molta molta confusione. Spesso quando qualcuno ha un dolore nella zona glutea si pensa subito alla sindrome da intrappolamento nervoso ma molto più spesso, soprattutto nella popolazione femminile sopra i 40 anni ma non solo, siamo di fronte a una tendinopatia glutea! Quindi niente che c’entri con il muscolo piriforme.

La tendinopatia glutea è una forma di dolore laterale dell’anca che va da sopra il gran trocantere, al piccolo e medio gluteo fino anche alla zona laterale della coscia.

Può essere evocato con la palpazione, ma soprattutto il paziente lo riferisce con le attività della vita quotidiana (soprattutto camminata o corsa) o durante la notte quando si trova sdraiato sul fianco.

Come già detto è una patologia più comune nelle donne ma in generale può capitare a tutti e due i sessi, sia a persone che praticano sport di salto o corsa sia in persone sedentarie. In particolare il fattore di rischio maggiormente riportato dalla letteratura scientifica è un BMI (indice di massa corporea) alto o aver già sviluppato tale sindrome da uno dei due lati in passato.

Ovviamente per curare la tendinopatia dell’anca prima di tutto dobbiamo essere sicuri che si tratti di tale patologia e non di qualcos’altro come ad esempio: metastasi ossea, patologia intra articolare dell’anca (FAI impingement), artrite, artrosi, stenosi lombare e soprattutto sindrome del piriforme o da intrappolamento del nervo sciatico.

Come curare al meglio questa tendinopatia?

Per curare al meglio la tendinopatia glutea come per tutte le tendinopatie inserzionali serve un’accurata educazione e una gestione del carico del paziente in primo luogo. L’esercizio terapeutico progressivo, sotto guida fisioterapica, è considerato il trattamento primario per la gestione delle tendinopatie. L’obiettivo è produrre uno stimolo meccanico, grazie all’esercizio applicato, che produca degli adattamenti a carico dei tendini e dei muscoli che così facendo risulteranno più in grado di gestire anche carichi nel tempo.

La prognosi di tale patologia si aggira intorno ai 3 mesi, ma ovviamente ci sono molti fattori che influenzano questo: da quanto tempo la persona ha il dolore, la possibilità da parte del paziente di modificare i carichi giornalieri su tale zona e se si viene seguiti da personale altamente specializzato in materia.